AIDAinformazioni Anno 42 – N. 3-4 – luglio-dicembre 2024
AIDAinformazioni
RIVISTA SEMESTRALE DI SCIENZE DELL’INFORMAZIONE
NUMERO 34
ANNO 42
LUGLIODICEMBRE 2024
cacucci
editore
bari
Editrice: Cacucci Editore S.a.s.
Via D. Nicolai, 39 – 70122 Bari (BA)
www.cacuccieditore.it
e-mail: riviste@cacuccieditore.it
Telefono 080/5214220
Proprietario della rivista:
Università della Calabria
Direttore Scientico:
Roberto Guarasci, Università della Calabria
Direttore Responsabile:
Fabrizia Flavia Sernia
Comitato scientico:
Anna Rovella, Università della Calabria;
Maria Guercio, Sapienza Università di Roma;
Giovanni Adamo, Consiglio Nazionale delle Ricerche †;
Claudio Gnoli, Università degli Studi di Pavia;
Ferruccio Diozzi, Centro Italiano Ricerche Aerospaziali;
Gino Roncaglia, Università della Tuscia;
Laurence Favier, Université Charles-de-Gaulle Lille 3;
Madjid Ihadjadene, Université Vincennes-Saint-Dénis Paris 8;
Maria Mirabelli, Università della Calabria;
Agustín Vivas Moreno, Universidad de Extremadura;
Douglas Tudhope, University of South Wales;
Christian Galinski, International Information Centre for Terminology;
Béatrice Daille, Université de Nantes;
Alexander Murzaku, College of Saint Elizabeth, USA;
Federico Valacchi, Università di Macerata.
Comitato di redazione:
Antonietta Folino, Università della Calabria;
Erika Pasceri, Università della Calabria;
Maria Taverniti, Consiglio Nazionale delle Ricerche;
Maria Teresa Chiaravalloti, Consiglio Nazionale delle Ricerche;
Assunta Caruso, Università della Calabria;
Claudia Lanza, Università della Calabria.
Segreteria di Redazione:
Valeria Rovella, Università della Calabria
AIDAinformazioni
R   S ’I
Fondata nel 1983 da Paolo Bisogno
AIDAinformazioni
R   S ’I
«AIDAinformazioni» è una rivista scientifica che pubblica articoli inerenti alle Scienze dell’In-
formazione, alla Documentazione, all’Archivistica, alla Gestione Documentale e all’Organiz-
zazione della Conoscenza ma amplia i suoi conni in ulteriori campi di ricerca ani quali
la Terminologia, la Linguistica Computazionale, la Statistica Testuale, ecc. È stata fondata
nel 1983 quale rivista uciale dell’Associazione Italiana di Documentazione Avanzata e nel
febbraio 2014 è stata acquisita dal Laboratorio di Documentazione dell’Università della Ca-
labria. La rivista si propone di promuovere studi interdisciplinari oltre che la cooperazione e
il dialogo tra profili professionali aventi competenze diverse, ma interdipendenti. I contributi
pubblicati arontano questioni teoriche, metodologie adottate e risultati ottenuti in attività di
ricerca o progettuali, denizione di approcci metodologici originali e innovativi, analisi dello
stato dell’arte, ecc.
«AIDAinformazioni» è riconosciuta dall’ANVUR come rivista di Classe A per l’Area 11 –
Gruppo Scientico Disciplinare 11/HIST-04 – Scienze del libro, del documento e storico-re-
ligiose e come rivista scientica per le Aree 10 – Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e
storico-artistiche; 11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche; 12 – Scienze
giuridiche; 14 – Scienze politiche e sociali. È anche annoverata dall’ARES (Agence d’éval-
uation de la recherche et de l’enseignement supérieur) tra le riviste scientifiche dell’ambito
delle Scienze dell’Informazione e della Comunicazione. La rivista è, inoltre, indicizzata in:
ACNP – Catalogo Italiano dei Periodici; BASE –Bielefeld Academic Search Engine; ERIH
PLUS – European Reference Index for the Humanities and Social Sciences – EZB – Elektro-
nische Zeitschriftenbibliothek – Universitätsbibliothek Regensburg; Gateway Bayern; KVK
– Karlsruhe Virtual Catalog; e Library Catalog of Georgetown University; SBN – Italian
union catalogue; Ulrichs; Union Catalog of Canada; LIBRIS – Union Catalogue of Swedish
Libraries; Worldcat.
I contributi sono valutati seguendo il sistema del double blind peer review: gli articoli ricevuti
sono inviati in forma anonima a due referee, selezionati sulla base della loro comprovata espe-
rienza nei topics specifici del contributo in valutazione.
AIDAinformazioni
Anno 42
N. 3-4 – luglio-dicembre 2024
cacucci
editore
bari
  
©
2024 Cacucci Editore – Bari
Via Nicolai, 39 – 70122 Bari – Tel. 080/5214220
http://www.cacuccieditore.it e-mail: info@cacucci.it
Ai sensi della legge sui diritti d’Autore e del codice civile è vietata la
riproduzione di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo,
elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registra-
zioni o altro, senza il consenso dell’autore e dell’editore.
Sommario
Contributi
A A, Il nuovo regolamento eIDAS e alcune “quisquilie
archivistiche 9
F B, MT, Exploration du réseau numérique
YouTube autour de la santé des militaires: quelles sont les thématiques des
discours, les sources d’informations et les acteurs de la communication? 29
E C, L F, Assisted morbidity coding: the
SISCO.web use case for identifying the main diagnosis in Hospital
Discharge Records 51
V F, A humanistic approach to datafication 79
R P, Testimonianze di un impegno culturale per
l’Università di Salerno. Le carte di Alfonso Menna 101
F S, A B, E G,
S M, CompL-it: a Computational Lexicon of Italian 119
Rubriche
C G, Non solo libri 151
Contributi
AIDAinformazioni
ISSN 1121–0095
ISBN 979-12-5965-456-4
DOI 10.57574/596545645
pag. 101-118 (luglio-dicembre 2024)
Testimonianze di un impegno culturale
per l’Università di Salerno.
Le carte di Alfonso Menna
Rosa Parlavecchia
*
Abstract: The contribution aims to explore the life and activities of Alfonso Menna - a central
figure in the administrative and cultural history of Salerno - through his personal archive.
Menna began his administrative career in Sarno and later in Salerno, where he held numer-
ous important positions, including mayor from 1955 to 1970. During his tenure, he led
significant urban development projects, and his cultural commitment is highlighted by the
promotion of events, conferences, and the commemoration of illustrious local personalities
through his writings. Alfonso Mennas personal archive, kept at the Salerno State Archive,
bears witness to his lively activity through a collection of documents personally ordered by
Menna before his donation.
1
The detailed analysis of his papers offers a valuable overview of the administrative and cultural
dynamics of Salerno, providing a fundamental tool for scholars and researchers interested
in local history and the evolution of educational institutions, in particular the University of
Salerno.
Keywords: Alfonso Menna, Personal archive, Salerno State Archive, University of Salerno, Li-
braries.
1. Introduzione
Ci sono «uomini che hanno ben meritato della civica riconoscenza» (Men-
na 1993, 1996), impegnati nel servizio delle istituzioni pubbliche, che si di-
stinguono per la loro straordinaria abilità nel canalizzare l’energia, la passione
politica e civile, l’integrità morale e la competenza nell’organizzazione am-
ministrativa. Tra questi spicca indubbiamente Alfonso Menna, esempio para-
digmatico di amministratore pubblico: visionario, moralmente irreprensibile,
competente ed efficiente. Una figura di rilievo istituzionale per la storia della
città di Salerno di cui fu sindaco dal 10 luglio del 1955 al 17 ottobre 1970.
*
Dipartimento di Scienze del patrimonio culturale, Università degli studi di Salerno, Fiscia-
no (SA), Italia. rparlavecchia@unisa.it.
102 Rosa Parlavecchia
Nato nel 1890 a Domicella in provincia di Avellino, Menna si distinse sin
da giovane per la sua determinazione nell’ambito degli studi, conseguendo
nel 1911 il Diploma di Segretario comunale. La sua carriera prese avvio come
Vicesegretario ragioniere presso il comune di Sarno. Successivamente, grazie
al superamento di concorsi ed esami, si trasferì al Comune di Salerno, dove
assunse il ruolo di Vicesegretario di sezione, operando con impegno all’interno
della Segreteria generale.
Con il trascorrere degli anni e la costante dedizione al lavoro, Menna scalò
gradualmente i gradini della carriera amministrativa. Dopo un percorso pro-
fessionale di oltre trent’anni, durante il quale si fece notare per le sue com-
petenze riconosciute a livello nazionale, raggiunse il ruolo di Vicesegretario
generale e successivamente fu promosso con la qualifica di Segretario generale
di prima classe (Sbrescia 2022, 793).
La sua lunga carriera, infatti, lo ha visto ricoprire ruoli di rilievo quali ap-
punto Segretario comunale, Commissario prefettizio del Comune di Battipa-
glia
1
, Segretario generale della città di Salerno, Commissario dell’Istituto na-
zionale per la gestione delle imposte di consumo, sindaco di Salerno per circa
tre lustri e successivamente Presidente dell’Istituto per lo Sviluppo Economico
dell’Italia Meridionale (ISVEIMER), costituito con regio decreto-legge del 31
giugno 1938, n. 883
2
.
La dedizione al servizio di Menna emerse con forza anche in momenti
di crisi, come l’alluvione del 1954, un tragico evento inciso nella memoria
collettiva che segnò profondamente la città di Salerno. Tale dedizione non
passò inosservata, tanto che nel 1958 fu insignito del titolo di Grande Ufficiale
dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, in riconoscimento dei suoi
evidenti sforzi
3
.
1
Commissario per l’Amministrazione provvisoria dalla costituzione del Comune di Batti-
paglia dal maggio del 1929 al novembre del 1931. «Battipaglia, elevata in comune, inizierà la
sua nuova vita, e, sotto l’Egida del Littorio, contribuirà, con quella tenacia che è caratteristica
dei rurali, alla costruzione dell’edificio al cui vertice è la redenzione economica della Patria»
(Menna 1930, 1931, 1932).
2
L’ISVEIMER, con sede a Napoli, esercitava il credito a medio termine in favore delle me-
die e piccole imprese industriali al fine di mettere in valore risorse economiche e possibilità di
lavoro nel Meridione. Al fondo di dotazione dell’Istituto parteciparono, oltre alla Cassa del
Mezzogiorno, il Banco di Napoli nella misura del 40% del fondo stesso, e, nella misura del
20% complessivamente, le Casse di risparmio ed altri istituti di credito nei territori interessati
(Istituto per lo Sviluppo Economico dell’Italia Meridionale 1959).
3
Inoltre, nel 1963 gli fu conferita l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica
Italiana e nel 1970 il titolo di Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto. Nel 1968 ricevette la
Medaglia d’oro al merito civile con queste motivazioni: «Poneva le sue eccezionali capacità di
amministratore e di organizzatore al servizio della collettività, promuovendo e potenziando,
con feconda continuità, ogni iniziativa volta al processo di rinnovamento del Mezzogiorno ed
allo sviluppo sociale ed economico della città di Salerno. Uguale contributo di capacità e di
dedizione egli offriva in occasione di due drammatiche inondazioni della città che lo vedeva-
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 103
Nel 1955, Menna si ritrovò quasi catapultato nella vita politica locale, risul-
tando eletto sindaco di Salerno con la Democrazia Cristiana. Questo risultato
sorprendente, pervenuto nonostante un grave problema di salute che lo aveva
tenuto lontano dalla città e dalla campagna elettorale, è testimone sia di quella
che era la sua autorevolezza personale, sia dell’apprezzamento e della fiducia
che la cittadinanza nutriva nei suoi confronti.
Questa breve introduzione risulta soltanto un frammento della lunga vi-
cenda biografica di Menna, il quale, scomparso nel 1998 all’età di 108 anni,
ha lasciato un’impronta significativa nel tessuto sociale e culturale di Salerno.
Testimonianza della sua vivace attività sono le carte donate a più riprese
dallo stesso all’Archivio di Stato di Salerno poco prima della sua morte (Men-
na 1993, 1996). Ancor prima di effettuare la donazione, l’ex sindaco aveva
riordinato i documenti per cui il materiale si è presentato al personale addetto
già ben organizzato e classificato. Il Fondo Alfonso Menna è costituito da
due serie: Università (buste 1-4) e Profili (buste 5-11), per un totale di undici
buste
4
.
Per quanto riguarda la serie Profili, la documentazione copre un arco cro-
nologico che va dal 1851 al 1996 e raccoglie materiale eterogeneo relativo a
molte personalità di spicco per la città di Salerno. Ogni fascicolo presenta il
nominativo dell’autorità di cui Menna si stava occupando – artisti, pittori,
poeti, politici, ecclesiastici – e al loro interno sono presenti diversi documenti
classificati per tipologie: articoli di giornale, corrispondenza, curriculum vitae,
pubblicazioni.
I fascicoli ospitano, inoltre, opuscoli di mostre artistiche, immagini di la-
pidi commemorative, preghiere, libri, cartoline, pubblicazioni di vario genere,
nonché inviti a eventi di diversa natura. Ognuno di questi fascicoli contribu-
isce a tessere il vasto mosaico della storia salernitana dagli anni Quaranta agli
anni Novanta del secolo scorso, secondo quella che era la visione ‘archivistica
di Menna.
L’importanza di queste personalità emerge in modo tangibile dai Profili
pubblicati dallo stesso Menna per il “Corriere del Mezzogiorno” e nei due
volumi editi per i tipi di De Luca nel 1993, Come li ricordo. Sono uomini che
no impegnato, con gravissimi rischi personali, in una illuminata, pronta ed umanitaria opera
di soccorso ed assistenza. L’imponenza delle realizzazioni da lui conseguite nel corso di una
pluridecennale attività ha trovato rispondenza nella commossa riconoscenza delle popolazioni
interessate e nella larga ammirazione ovunque suscitata. 1943-1968» (Presidenza della Repub-
blica italiana 2021).
4
Fondo Alfonso Menna, Archivio di Stato, Salerno. La bibliografia sugli archivi di persona è
amplissima. Ci si limita a indicare (D’Addario 1972, 45; Barrera 2006, 617-657; Di Domeni-
co e Sabba 2020). Per una sintetica definizione si rimanda alle Linee guida sul trattamento dei
fondi personali a cura della Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche
d’autore (2019) dell’Associazione italiana biblioteche, versione 15.1.
104 Rosa Parlavecchia
hanno ben meritato della civica riconoscenza. Infatti, come riportato nella Pre-
fazione
nello stendere le ultime pagine del libro Il banco e la cattedra
(Menna 1991) mi
sono accorto che devo ancora adempiere il dovere di ricordare, ai presenti e ai
venturi, coloro che con me, e certamente più di me, diedero le proprie risorse
per aprire a Salerno la strada che doveva condurla al suo divenire. […] Esortato
anche da comuni amici, mi propongo di mettere sulla carta poche cose. Sono
profili di persone colte nelle loro tendenze, in atteggiamenti e posizioni carat-
teristiche (Menna 1993, 7).
Il lavoro svolto dall’ex sindaco si concentra principalmente sul lato umano
delle personalità esaminate, mirando a comprendere il loro modo di agire,
vivere e pensare. Si tratta di biografie di uomini illustri che rivelano un’atten-
zione particolare ai dettagli e una volontà marcata di tramandare il ricordo di
personaggi rilevanti per le generazioni future. Molte delle figure citate sono
amici dello stesso Menna, la cui memoria è elogiata e commemorata attraverso
bozze di discorsi e lettere ai parenti attraverso le quali l’autore riesce a ricostru-
ire vicende personali e professionali con dovizia di particolari.
2. Le carte dell’Università di Salerno nel Fondo Menna
Lo studio universitario nella città di Salerno vanta una storia che affonda le
radici nell’antichità e si snoda attraverso periodi di rinascita culturale e trasfor-
mazioni socio-politiche. Le sue origini possono essere fatte risalire alla Scuola
Medica Salernitana, rinomata istituzione medica dell’Alto Medioevo, che fiorì
tra il IX e il XIII secolo. Questa scuola, considerata da alcuni la prima univer-
sità medievale al mondo, attrasse studenti e studiosi da ogni dove con il suo
programma di studi innovativo e l’attenzione alla ricerca scientifica
5
.
Tuttavia, l’Università di Salerno nella sua forma moderna ha radici ben più
recenti
6
. È stata fondata nel 1944 poco dopo il passaggio del governo Badoglio
a Salerno e con la nomina di un salernitano, Giovanni Cuomo
7
, alla guida
5
Per approfondimenti sulla storia della Scuola Medica Salernitana si rimanda a (De Renzi
1857; Kristeller 1986; Gallo 1994; Galasso 1995; Leone e Sangermano 2003; Jacquart
e Paravicini Bagliani 2007; Vitolo 2007; Galdi 2021).
6
Per una storia dell’Università di Salerno si vedano almeno (Musi, Oldoni e Placanica 2001-
2004; Zaccaria e Amato 2018, 31-103; Andria 2020, 309-314).
7
La figura di Giovanni Cuomo fu di grande rilievo nel panorama politico cittadino salerni-
tano per circa vent’anni prima dell’ascesa del regime fascista. Dopo l’armistizio e lo Sbarco di
Salerno, ritornò alla vita politica come principale esponente locale e in seguito come membro
della Costituente. La sua presenza e influenza nel contesto politico locale e nazionale sono
stati significativi, specialmente durante i periodi di transizione e cambiamento come quello
seguito alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Si vedano almeno (D’Auria 1985; D’Aniello
1994; Bonani 2007, 2008a, 2008b).
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 105
del Ministero dell’Educazione Nazionale
8
. L’istituzione fu creata inizialmente
come una Facoltà di Magistero, sebbene l’idea fosse stata proposta già nel
1942, come testimonia un documento dell’Amministrazione podestarile di
Salerno indirizzato al Ministro dell’Educazione Nazionale, Giuseppe Bottai
9
.
La proposta, infatti, non fu accolta inizialmente a causa di varie complicazioni
burocratiche e finanziarie. Con il sostegno del governo e il desiderio di fornire
opportunità educative ai giovani delle regioni meridionali, l’Università di Sa-
lerno iniziò a crescere e ad espandersi nel corso degli anni.
Nei primi anni Cinquanta, grazie al supporto di una convenzione finan-
ziaria tra Comune, Provincia e Camera di Commercio vi fu un definitivo ri-
conoscimento dell’Istituto di Magistero Universitario di Salerno grazie a un
secondo atto costitutivo (D.P.R. del 9 ottobre 1951, n.1300) a cui fece seguito
uno statuto in cui, all’articolo 1 comma 3, si consentiva l’accesso alla sola po-
polazione maschile in virtù della vicinanza con il “Suor Orsola Benincasa” di
Napoli destinato alla frequentazione di sole donne
10
.
Tuttavia, nel giro di pochi anni apparve evidente che la frequenza degli
studenti fosse qualitativamente e quantitativamente scarsa per cui si pensò
di porre rimedio con una modifica dello statuto affinché fossero ammesse a
frequentare anche le donne. Infatti, grazie all’intervento del costituzionalista
Vincenzo Sica, membro di un comitato tecnico di nomina ministeriale, venne
dichiarata ammissibile la proposta di modifica statutaria e pertanto, con il
D.P.R. del 22 marzo 1961, le donne furono ammesse a frequentare l’Istituto
di Magistero di Salerno.
Tra le carte di Menna conservate all’Archivio di Stato di Salerno, sono nu-
merosi i documenti che riguardano questa annosa questione che ha visto l’al-
lora sindaco esporsi in prima linea. Sono presenti, infatti, verbali di delibera-
zione commissariali e del Consiglio Comunale aventi ad oggetto l’ammissione
delle donne ai corsi di studio
11
; e poi un documento, datato 5 giugno 1954, in
cui il Commissario prefettizio richiede al Ministro della Pubblica Istruzione di
8
Deliberazione commissariale del 16 febbraio 1944 n. 44. Registro delle Deliberazioni del
Commissario Prefettizio, 1943, dall’1 al 59; 1944 dall’1 al 735, Sezione Storica, Archivio
Comunale, Salerno.
9
Il cuore della questione risiedeva nella notevole distanza delle Regioni dell’Italia meridio-
nale dalle città che ospitavano le Facoltà di Magistero, come Napoli con la sua sezione femmi-
nile presso l’Istituto “Suor Orsola Benincasa”, Messina e Roma. Questa distanza costituiva un
ostacolo significativo per molti laureati provenienti dalla Campania, dall’Irpinia, dalla Puglia,
dalla Lucania e dalla Calabria, impedendo loro di continuare gli studi in maniera agevole,
Istituto Sup. di Magistero, Funzionamento, Istituto Sup. di Magistero, Istituzione, Categoria
IX, classe 3, fasc. 34/2, 1942-1963, Archivio Comunale, Salerno.
10
Questa disposizione fu fortemente contrastata dalla politica salernitana che chiese fossero
ammesse a frequentare almeno le studentesse residenti su tutto il territorio provinciale (Musi
2004, 14; Andria 2020, 310).
11
Consiglio Comunale di Salerno 1944-1968. Verbali di deliberazione commissariali, busta
2, fascicolo 1, Fondo Alfonso Menna, Archivio di Stato, Salerno.
106 Rosa Parlavecchia
accogliere il voto unanime della città di Salerno relativo all’accesso all’Istituto
di Magistero delle donne nate o residenti a Salerno; alcune lettere di Men-
na indirizzate al professori Giordano, Tesauro e Quagliariello, quest’ultimo
rettore dell’Università di Napoli, sempre relative all’ammissione delle donne,
ma anche relazioni e numerosi articoli di giornali dedicati alla questione (“Il
setaccio”; “Il Messaggero”; “Il Mattino”; “L’Unità”; “La voce di Salerno”; “Il
giornale d’Italia”; “Il quotidiano”, “La guida del popolo”, “Il Tempo”)
12
.
Sempre legati all’ammissione delle donne ai corsi di studio, si segnalano,
inoltre, una lettera e un telegramma del sindaco indirizzati al Ministro della
Pubblica istruzione, Aldo Moro
13
; e poi la dichiarazione di Menna, datata 17
maggio 1959, relativa alla modifica dello statuto dell’Istituto di Magistero e
la delibera dell’Istituto Universitario “G. Cuomo”, datata 24 ottobre 1960,
sull’ammissione delle donne ai corsi di studio
14
.
All’interno delle buste della serie Università si conservano, dunque, do-
cumenti relativi a due questioni di primaria importanza: la prima riguarda
l’appena citata ammissione delle donne ai corsi, mentre la seconda riguarda la
necessaria individuazione di una adeguata collocazione finalizzata all’espansio-
ne della sede universitaria.
Fin dal principio, gli spazi messi a disposizione per l’Istituto di Magistero
risultarono piuttosto esigui: appena cinque locali dati in concessione dal Co-
mune e dalla Provincia in quella che era la ex sede della Corte di Assise in via
Tasso e in quella che era la sede della Biblioteca provinciale, presso il Palazzo
Pinto. Con il passare degli anni, grazie al diretto intervento di Menna, verran-
no messi a disposizione nuovi locali per lo svolgimento delle lezioni, presso la
nuova sede a Piazza Malta, nel pieno centro cittadino.
Un’altra tappa importante nella storia dell’Ateneo salernitano è, infatti, il
processo di statalizzazione che portò il Magistero parificato “Giovanni Cuo-
mo” a diventare Istituto universitario di Magistero statale con l’approvazione
da parte delle due Camere della Legge n. 199 dell’8 marzo 1968 (Andria 2020,
311). Tra le priorità dell’allora rettore, Gabriele De Rosa, vi furono «la riquali-
ficazione culturale dell’ateneo, la questione del nuovo insediamento collegata
al modello di università, il rapporto assai complesso con il potere politico»
(Musi 2004, 16).
«L’espansione dell’organismo appena passato alle competenze dello Stato
[…] risulterà decisiva per il futuro dell’ateneo» (Andria 2020, 312), infatti, nel
giro di pochi anni nasceranno nuove facoltà (Lettere e filosofia, Lingue e let-
12
Consiglio Comunale di Salerno 1944-1968. Verbali di deliberazione commissariali, busta
2, fascicoli 11-15, 17-20, 24-17, 29.
13
Consiglio Comunale di Salerno 1944-1968. Verbali di deliberazione commissariali, busta
2, fascicolo 23.
14
Consiglio Comunale di Salerno 1944-1968. Verbali di deliberazione commissariali, busta
2, fascicoli 28, 30.
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 107
terature straniere, Scienze matematiche, fisiche e naturali) e numerosi corsi di
laurea. Le sedi dislocate per la città risulteranno inidonee e per lo svolgimento
delle attività didattiche e i laboratori tanto da portare all’inaugurazione, nel
1978, di un nuovo plesso universitario destinato alle facoltà scientifiche presso
il Comune di Baronissi, distante circa 10 chilometri da Salerno.
Il tema della dislocazione urbana delle strutture universitarie in rapida
espansione caratterizzò il dibattito salernitano politico e pubblico per diversi
anni. Sin dagli inizi degli anni Settanta, infatti, ci era resi conto che i locali
cittadini erano inadeguati per cui uno studio condotto dall’ingegnere Corrado
Beguinot e dall’architetto e urbanista Giulio De Luca aveva individuato nei
paesi della Valle dell’Irno il luogo migliore per delocalizzare l’università.
Con uno studio commissionato all’architetto Paolo Portoghesi, invece, il
Comune di Salerno rispose cercando di evidenziare le ‘carenze’ di un modello
Campus ormai tramontato, come dichiarato dallo stesso Menna in occasione
di un accorato intervento durante un Consiglio comunale del 21 dicembre
1970:
[…] Salerno, come Città e Capoluogo, si presenta con le carte in regola e con
tutto il peso delle sue tradizioni, della sua storia, delle legittime aspettative
dei suoi figli, che non intendono, nel modo più assoluto, essere defraudati di
ciò che un loro sacrosanto diritto ad opera di una politica di disconoscimento
di valori e di esigenze che pur si impongono anche all’occhio del più sprov-
veduto: intendo riferirmi alla localizzazione dell’Università. […] Vorrei che
i Signori amministratori ascoltassero un poco la voce dell’opinione pubblica
Salernitana; ovunque si giudica il tentativo con incredulità e addirittura con
ilarità. […] Si tende ora a cambiare la denominazione dell’Istituto universitar-
io: nella relazione non si parla più di «Università di Salerno» ma di «Università
della Campania»; e ciò facendo si reca una grave offesa alla parte più sensibile
dell’anima della Città. […] È davvero inconcepibile il tentativo in atto: nel
caso in esame non si tratta di togliere qualcosa ad altro Comune per darla a
Salerno; si tratta, invece, di togliere a Salerno ciò che essa è riuscita a darsi at-
traverso anni di lotte e di sacrifici, senza alcun plausibile motivo.
E ciò la Città potrebbe consentire? Nel lanciare l’idea di una diversa ubicazi-
one, si sono considerate le ripercussioni che si potrebbero avere nella pubblica
opinione? (Menna 1971, 13-15).
Nella busta n. 1 della serie Università sono conservati documenti cruciali
relativi allo studio di fattibilità redatto dall’architetto Paolo Portoghesi. I tratti
distintivi del progetto di fattibilità concepito offrono un’ampia panoramica
sulle idee di rinnovamento e riqualificazione urbana che avrebbero caratteriz-
zato la città di Salerno. Tra le carte sono custoditi i risultati di uno sforzo colla-
borativo e multidisciplinare, espresso attraverso una relazione tecnica esaustiva
e tavole di lavoro dettagliate. Questi documenti rappresentano una sorta di
manifesto delle aspirazioni della comunità locale verso una trasformazione ur-
108 Rosa Parlavecchia
bana intelligente e sostenibile. Il progetto proposto dall’architetto Portoghesi,
infatti, non si limitava a un semplice rinnovamento degli spazi universitari,
ma ambiva a integrare l’università nell’ambiente circostante, facendo leva sul
recupero di edifici dismessi e sull’espansione dell’area di intervento verso la
zona orientale della città e le colline circostanti.
Questa visione olistica rifletteva un desiderio di armonizzare gli interessi
della comunità accademica con quelli della città nel suo complesso. Nonostan-
te il progetto non sia mai stato realizzato fisicamente, la sua esistenza e la sua
elaborazione dettagliata rappresentano un contributo di notevole rilevanza al
dibattito in corso riguardante lo sviluppo urbano di Salerno. Questo dibatti-
to, come testimoniato dagli sforzi accurati e diligenti del sindaco Menna nei
documenti rappresenta il suo impegno relativo all’ubicazione dell’Università
di Salerno. L’interesse meticoloso nella raccolta di testimonianze sottolinea
l’importanza attribuita a questo dibattito da parte delle istituzioni locali e della
comunità salernitana nel suo insieme (Andria 2020, 312)
15
.
3. Prospettive di ordinamento e sviluppo delle biblioteche
dell’Università di Salerno
Un fascicolo appartenente all’ultima busta della serie Università testimonia
uno spaccato molto interessante relativo alle questioni organizzative, gestionali
e scientifiche dell’Università di Salerno. Al suo interno, infatti, si trovano un
insieme di documenti datati tra il 1974 e il 1976 relativi alle nuove prospettive
di sviluppo e ordinamento delle biblioteche.
Sin dalla nascita dell’Istituto di Magistero, inizialmente ospitato presso la
sede della Biblioteca provinciale di Salerno (Parlavecchia 2020, 292)
16
, la dota-
zione libraria contava solo poche decine di volumi; si trattava principalmente
di donazioni da parte di docenti o di acquisizioni realizzate con i pochi fondi
di cui si disponeva. Tuttavia, già negli anni Quaranta, grazie all’incremento dei
finanziamenti destinati agli acquisti, con i volumi offerti dal Ministero della
Pubblica Istruzione e con quelli devoluti da parte di privati, una raccolta libra-
ria di tutto rispetto inizia a prendere forma. Nel 1950, infatti, la biblioteca può
15
Il Consiglio di amministrazione dell’ateneo deliberò il 3 febbraio 1971 per l’ubicazione
extraurbana nella circoscrizione territoriale dei comuni di Baronissi, Mercato San Severino e
Fisciano. I lavori di quello che diventerà il Campus di Fisciano presero avvio il 29 gennaio
1982, mentre bisognerà aspettare il mese di settembre del 1987 per il trasferimento di persone
e cose.
16
La Biblioteca provinciale di Salerno era ospitata dal 1910 al primo piano di palazzo Pinto,
nel centro storico, per concessione da parte del cavaliere Gaetano Pinto alla Provincia di Sa-
lerno. Oltre al palazzo venne successivamente donata un’importante raccolta libraria costituita
da oltre 1000 volumi, 234 pergamene databili tra il 993 e il 1761 e un cospicuo numero di
manoscritti.
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 109
vantare circa 1.565 volumi, un numero che si triplica a circa 3.600 pochi anni
dopo raggiungendo un valore patrimoniale significativo (Andria 2008a, 271).
Negli anni Sessanta, le sottoscrizioni alle principali collane e gli abbona-
menti a periodici cominciano a delineare una collezione dalla fisionomia si-
stematica e funzionale. Inoltre, nel 1966 il trasferimento della biblioteca dal
centro storico al centro cittadino in ambienti di oltre 600 m
2
segna una svolta
importante.
La biblioteca delle facoltà di Magistero e di Lettere e filosofia, insieme all’u-
niversità, peregrineranno in diverse sedi trovando una sistemazione definitiva
a via Irno. In questo periodo, si assiste alla formazione di una vasta collezione
umanistica, in grado di supportare pienamente le esigenze degli studenti e dei
docenti. Nel giro di otto anni dalla sua nuova collocazione, la biblioteca vedrà
crescere esponenzialmente il suo patrimonio librario, triplicando il numero di
volumi e introducendo circa 800 testate periodiche in abbonamento. Nono-
stante alcune preoccupazioni riguardo alle condizioni ambientali nella nuova
sede, la biblioteca riuscirà a gestire l’aumento costante di nuove acquisizioni,
che si aggireranno intorno alle 5000 unità all’anno.
Risale all’anno accademico 1970/1971, invece, l’istituzione della biblioteca
delle facoltà di Economia e Commercio e di Giurisprudenza (Andria 2008a,
272). Grazie a una politica di acquisti decisa e a un flusso continuo di donazio-
ni, la collezione si arricchisce rapidamente. Donazioni di pregio e di rilevanza
scientifica hanno contribuito ad ampliare il patrimonio librario. Tra queste, si
segnalano i lasciti di illustri personalità come Cenzato (con opere di argomen-
to storico-politico), De Cecco (che comprendeva volumi principalmente di
Diritto civile, penale, amministrativo, romano, ma anche di Economia, Storia
e Medicina), De Crescenzo (con repertori e testi giuridici dei primi decenni
del XX secolo) e Ingrosso (principalmente di carattere economistico). Partico-
larmente significativo, per qualità e quantità dei volumi, il fondo librario che
fu devoluto dagli eredi di Giovanni Cuomo (Andria 2008b, 19-29; Manzo
2021, 243)
17
.
17
La raccolta libraria, composta da circa novemila unità bibliografiche, si caratterizza
principalmente per i materiali di supporto alle attività professionali del Cuomo. Le edizioni
coprono un ampio arco cronologico che va dal Cinquecento alla metà del Novecento. Il fondo
è stato accuratamente catalogato e organizzato in un sistema di classificazione che include le
seguenti sezioni: giuridica, umanistica, periodici, estratti e antico. Dal 2011, il Centro biblio-
tecario di Ateneo ha avviato diverse iniziative volte alla catalogazione e alla valorizzazione del
Fondo Cuomo. Tra queste attività rientra anche il progetto di digitalizzazione di alcune opere.
Infatti, oltre 600 items sono attualmente fruibili tramite la piattaforma “Liberabit,” (Univer-
sità degli Studi di Salerno, n.d.a.), la biblioteca digitale dell’Università di Salerno che offre la
possibilità di consultare documenti che fanno parte del patrimonio culturale dell’Ateneo. Rea-
lizzata in ambiente open source con DSpace-GLAM, Liberabit assicura l’archiviazione a lungo
termine di oggetti e collezioni digitali. Condivisione e interoperabilità dei dati sono garantite
dall’uso di standard e formati aperti. Inoltre, l’integrazione fra DSpace-GLAM e l’ecosistema
110 Rosa Parlavecchia
I documenti del Fondo Menna testimoniano una fase decisiva per la de-
finizione di una nuova politica delle biblioteche dell’Università. È, infatti, in
queste carte che si delinea il progetto che porterà a una centralizzazione del
Sistema bibliotecario di Ateneo.
Una prima relazione riguardante le prospettive di ordinamento e sviluppo
della biblioteca di Economia e Commercio e Giurisprudenza è affidata al di-
rettore scientifico di quest’ultima, Augusto Placanica (Petrucciani 2005)
18
, ed
è datata 31 gennaio 1974. Nel documento il professor Placanica ricostruisce
l’allora critico stato della biblioteca con un’analisi molto pungente e dai toni
giustamente polemici.
In particolare, quella che emerge è una condizione alquanto paradossale
dove lo stato di disorganizzazione della biblioteca e le problematiche strutturali
ne impediscono un funzionamento efficiente:
1) il magazzino librario (il cosiddetto capannone) è addirittura allogato in un
corpo di fabbrica separato dal resto dell’edificio, per cui - quand’anche i libri
fossero posti in ordine l’addetto dovrebbe andare a prelevare e riporre un libro
per volta; e ogni volta dovrebbe percorrere due rampe di scale in discesa e in
salita, effettuare una passeggiata nell’interrato e una al piano terra, aprire e
chiudere per due volte due porte interne e una addirittura esterna; operazi-
oni tutte da ripetere per la rimessa a posto dello stesso volume; 2) pertanto il
magazzino librario è vuoto; 3) ergo, i libri non sono collocati, cioè non hanno
né etichetta né posto al centro; 4) ergo, la schedatura generale e centralizzata
è stata rinviata; 5) ergo, i cataloghi non esistono; 6) la Biblioteca, dunque, è
come se non ci fosse
19
.
Sebbene la dotazione libraria conti circa 20.000 volumi e 800 riviste, la
biblioteca soffre di gravi mancanze in termini di organizzazione, catalogazione
e accessibilità. I libri non sono schedati, né correttamente collocati, renden-
do difficile il loro utilizzo da parte di studenti e studiosi. La dislocazione dei
volumi nei vari istituti aggrava il problema, causando una frammentazione e
complicando ulteriormente l’accesso alle risorse.
Per risolvere la situazione, Placanica propone due soluzioni, una a lungo
termine per la quale prevede una ristrutturazione completa della biblioteca in
IIIF mette a disposizione funzionalità e modalità di navigazione adatti per la ricerca e lo stu-
dio. Si veda il “Fondo Cuomo” 2021 (Università degli Studi di Salerno, n.d.b.). Per quanto
riguarda i fondi di persona acquisiti nel corso degli anni dalle biblioteche dell’Università di
Salerno, si rimanda a (Andria 2017, 9-31).
18
Placanica, professore di Storia moderna presso l’ateneo salernitano, diresse dal 1970 al
1974 la Biblioteca comunale di Catanzaro “Filippo De Nobili” e fu professore incaricato di
Bibliografia presso l’Università di Messina.
19
Placanica 1974. Relazione del direttore scientifico della biblioteca delle Facoltà di Eco-
nomia e Commercio e Giurisprudenza dell’Università di Salerno sullo stato attuale e sulle
prospettive di ordinamento e sviluppo della biblioteca stessa, busta 4, fascicolo 25, Fondo
Alfonso Menna, Archivio di Stato, Salerno. La documentazione non presenta cartulazione.
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 111
un arco di tre anni, centralizzando i volumi e collegando il magazzino librario
con la sala lettura, fino a creare un sistema di cataloghi ben strutturato; e una a
breve termine per la quale prevede sia una schedatura provvisoria sia la creazio-
ne di una sala di consultazione per facilitare l’accesso alle opere fondamentali.
In entrambe le soluzioni, è cruciale il potenziamento del personale e una ri-
organizzazione sistematica per evitare che la situazione peggiori ulteriormente.
Interessante, senza dubbio, è la visione di Attilio Mauro Caproni, allora
«incaricato di Bibliografia e Biblioteconomia alla facoltà di Magistero e fun-
zionario direttivo presso la Biblioteca nazionale Centrale di Roma» per un
progetto operativo di sistema bibliotecario dell’Università di Salerno.
La relazione – presentata il 28 aprile 1976 in occasione della riunione della
Commissione incaricata dal Consiglio di Facoltà congiunto di Lettere e Filo-
sofia e Magistero
20
– si concentra sulla necessità di costruire una struttura adat-
ta al contesto socioculturale dell’istituzione. Si riconosce che, sebbene sia utile
ispirarsi a modelli nazionali ed esteri, è importante adattare tali esperienze alle
specifiche esigenze locali.
Il sistema proposto da Caproni, infatti, prevede una Biblioteca Universi-
taria Centrale che operi in sinergia con le Biblioteche di Istituto, assicurando
sia un servizio capillare che una centralizzazione delle risorse documentarie.
Il progetto affronta le problematiche legate alla gestione e organizzazione dei
fondi documentari, agli spazi e agli organici necessari per un servizio efficiente
e sottolinea, inoltre, la necessità di una chiara distribuzione delle responsabilità
e di una stretta collaborazione tra personale bibliotecario, docenti e studenti.
Prevede, poi, un approccio modulare per la crescita del sistema, per ri-
spondere progressivamente alle esigenze emergenti dell’università, con l’im-
plementazione di tecnologie di comunicazione avanzate e un piano di acquisti
documentari ben programmato al fine di evitare la duplicazione di risorse e
garantire un accesso efficiente ai materiali e tenendo conto della crescita della
documentazione e delle esigenze specifiche di ciascun istituto, con attenzione
alla qualità e all’obsolescenza del materiale. È prevista l’implementazione di
tecniche di comunicazione avanzate tra la biblioteca e gli istituti, nonché con
altre istituzioni culturali e di ricerca, per favorire lo scambio di informazioni
e il coordinamento. Si propone una chiara definizione delle responsabilità tra
bibliotecari, docenti e amministrazione, promuovendo la corresponsabilizza-
zione per il corretto funzionamento del sistema. Viene, infine, sottolineata
l’importanza della formazione degli utenti, soprattutto degli studenti, sull’uso
degli strumenti bibliografici, e la creazione di servizi didattici e informativi
integrati.
La sola stesura del progetto prevede per Caproni:
20
La Commissione era così composta: Pier Fausto Palumbo, ordinario di Storia medievale
presso la Facoltà di Magistero; Italo Gallo, incaricato di Papirologia presso la Facoltà di Lettere
e Filosofia e Attilio Mauro Caproni.
112 Rosa Parlavecchia
non meno di un anno di lavoro ed un impegno personale così distribuito:
– due esperti bibliotecnici a metà tempo per l’intero anno, incaricati oltre che
della corretta definizione del sistema e delle singole procedure, anche del colle-
gamento tra i diversi centri studi;
– un architetto per tre mesi a metà tempo per la definizione urbanistica e pro-
gettuale del sistema, con particolare riguardo alla sua modularità;
– un ingegnere per tre mesi a metà tempo, esperto nei problemi di comuni-
cazione, per la definizione del sistema informativo globale e delle tecniche di
comunicazione;
– uno esperto in procedure amministrative per tre mesi a metà tempo per la
definizione di una prima bozza dell’intera normativa riguardante il sistema;
– un esecutivo per un anno a metà tempo per compiti di coordinamento ma-
teriale e di stesura dattilografica.
Solo un tale impegno di persone potrà permettere una effettiva stesura di un
progetto realmente operativo, tenuto anche conto che al gruppo di lavoro si
dovrà affidare anche il collegamento con i responsabili amministrativi dell’ini-
ziativa della nuova struttura universitaria per i dati di opportuna conoscenza,
lo studio sulla effettiva realtà socio-culturale intorno alla quale la nuova strut-
tura graviterà, ed infine la stessa indicazione di tutti gli standards minimi ed
una minuta analisi dei costi
21
.
Un altro documento, sempre a firma di Augusto Placanica, evidenzia i pro-
blemi e le prospettive legati all’organizzazione della futura biblioteca.
In questa relazione si esplora il “dilemma” tra una struttura bibliotecaria
centralizzata e una decentralizzata, evidenziando i rischi di dispersione e inef-
ficienza associati a quest’ultima. Si propone una biblioteca centralizzata che
garantisca omogeneità nei servizi, aggiornamenti tempestivi e una gestione
efficace dei fondi. Tuttavia, si suggerisce anche di avere sale di consultazione
specializzate nei dipartimenti per facilitare l’accesso alle risorse.
Infine, si invita a un confronto costruttivo tra tutte le parti interessate per
affrontare le sfide legate alla creazione di un sistema bibliotecario efficace, evi-
denziando l’importanza di una progettazione organica e ben strutturata.
Placanica ha sostenuto con fermezza la necessità di una scelta centralizzata,
affermando che
la biblioteca, essendo strumento tecnico richiedente alti livelli di specializzazi-
one nelle strutture e nel personale, va invece centralizzata al fine di conferire
omogeneità nella tenuta e collocazione del patrimonio librario, nella scrupolosa
vigilanza sul suo uso, nella spedizione degli acquisti, nelle operazioni contabili
relative; analogamente omogenei dovranno essere i servizi forniti consultazi-
one, lettura, prestito interno, esterno ed internazionale, omogenei e unitari i
sistemi di catalogazione, classificazione, soggettazione, decimalizzazione, ecc.
21
Caproni 1976. Per un progetto di sistema bibliotecario dell’Università di Salerno, busta
4, fascicolo 25, Fondo Alfonso Menna, Archivio di Stato, Salerno. La documentazione non
presenta cartulazione.
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 113
È evidente che una struttura bibliotecaria centralizzata dotata di attrezzature e
personale i più nutriti possibile può rispondere ad esigenze molteplici, soprat-
tutto se si prevede una biblioteca di tipo “aperto”.
In accordo con la relazione del professor Pier Luigi Spadolini, rappresen-
tante del Ministero della Pubblica Istruzione, sia i consigli di facoltà sia le
commissioni di coordinamento hanno accettato l’idea di una biblioteca cen-
tralizzata, pur mantenendo attivi i nuclei dipartimentali. Tuttavia, il processo
di realizzazione del sistema bibliotecario universitario fu poi sospeso, subendo
ritardi significativi.
Per guidare la transizione verso un sistema unificato e stabilire le basi della
centralizzazione, è stato istituito nel 1982 un Ufficio Centrale delle Bibliote-
che (UCB), che si è occupato di riorganizzare l’attività delle tre biblioteche di
facoltà sia a livello amministrativo che catalografico. Successivamente, l’UCB
ha ceduto il posto a due entità bibliotecarie autonome: una interdipartimen-
tale per la Facoltà di Scienze a Baronissi, ufficialmente istituita con un decreto
rettorale nel 1992, e un Centro di Servizio di Ateneo per le Biblioteche, situato
nel campus di Fisciano, creato circa cinque anni dopo a causa dei ritardi nella
costruzione della nuova biblioteca centrale.
La storia più recente ha visto nascere il Centro Bibliotecario di Ateneo
(decreto rettorale n. 3735 del 30 dicembre 2010), con la disattivazione di due
organismi precedenti, completando così l’organizzazione del Sistema Bibliote-
cario di Ateneo, il cui Regolamento è stato approvato dal decreto rettorale n.
3701 del 24 dicembre 2010. Attualmente, il Centro Bibliotecario di Ateneo
dell’Università di Salerno è composto da due biblioteche centrali: la Biblioteca
Centrale del Polo Umanistico “E. R. Caianiello”, dedicata alle scienze umane
e la Biblioteca del Polo Scientifico e Tecnologico, entrambe situate nel campus
di Fisciano. A queste si aggiunge la biblioteca di Medicina e Chirurgia, localiz-
zata nel campus di Baronissi
22
.
4. Conclusioni
I documenti relativi all’Università di Salerno presenti nel Fondo Menna
rappresentano un elemento significativo per la comprensione e la valorizza-
zione della storia dell’ateneo. Queste carte, testimonianze dirette di una fase
cruciale dello sviluppo universitario, offrono una finestra unica su decenni di
evoluzione accademica e culturale, e mettono in luce la visione e le strategie
che hanno guidato l’istituzione verso la sua affermazione nel panorama uni-
versitario nazionale.
22
Per una breve ricostruzione della storia si rimanda al sito del Centro bibliotecario di Ate-
neo dell’Università degli studi di Salerno (n.d.).
114 Rosa Parlavecchia
Il Fondo Menna, con le sue fonti inedite, permette non solo di ricostruire
in modo più dettagliato le vicende legate alla formazione del sistema biblio-
tecario e delle infrastrutture culturali dell’Università di Salerno, ma anche di
approfondire il ruolo svolto da figure chiave nella crescita dell’ateneo. Queste
carte rappresentano un tassello fondamentale per lo studio delle dinamiche
interne e dei rapporti con il territorio, evidenziando l’impatto dell’università
nello sviluppo sociale e culturale della comunità di appartenenza
Gli sforzi di grandi personalità diventano una fonte di ispirazione per la
comunità accademica odierna e contribuiscono a rafforzare l’identità storica
dell’Università di Salerno. In un momento di celebrazione come questo, re-
cuperare e studiare le tracce del passato assume un valore simbolico che sot-
tolinea l’importanza della memoria collettiva come strumento di crescita e
continuità
23
.
La storia del Sistema Bibliotecario dell’Università di Salerno rappresenta
un capitolo essenziale nello sviluppo del sistema accademico e culturale dell’a-
teneo. La sua evoluzione, scandita da momenti chiave come l’istituzione del
CBA e la centralizzazione delle risorse, ha segnato un passaggio cruciale verso
una gestione più efficiente e organizzata del patrimonio documentale. Questi
progressi non solo hanno migliorato l’accesso e la fruizione delle risorse per
studenti e docenti, ma hanno anche rafforzato il ruolo della biblioteca come
centro di diffusione della conoscenza.
L’analisi di documenti storici inediti legati alla nascita e allo sviluppo del
Centro Bibliotecario di Ateneo assume un’importanza centrale per compren-
dere le scelte strategiche fatte nel corso degli anni e per preservare la memoria
istituzionale. Si rende possibile così restituire una visione chiara del processo
decisionale e delle sfide affrontate nella costruzione di un sistema bibliotecario
moderno e funzionale.
Riferimenti bibliografici
Andria, Marcello. 2008a. “Biblioteche a Salerno fra Otto e Novecento: Spunti
per un’indagine.” In Storia di Salerno, vol. 3, Salerno in età contemporanea,
a cura di Giuseppe Cacciatore e Luigi Rossi. Salerno: Sellino.
23
Il 16 ottobre 2024 hanno preso avvio le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario dalla
nascita dell’Ateneo salernitano. Con la mostra “UNISA 80. 80 anni di storia, secoli di fu-
turo”, organizzata presso la Biblioteca del Polo tecnico-scientifico di Ateneo, si è voluto dar
via a un percorso fotografico e documentale che raccontasse la crescita culturale e strutturale
dell’Università degli Studi di Salerno nel corso degli anni. Il Sistema Bibliotecario di Ateneo,
inoltre, ha dedicato un percorso bibliografico digitale attraverso cui è possibile consultare i
primi annuari, gli statuti, i notiziari dell’epoca, con riferimenti sulle principali attività della
vita accademica e istituzionale dell’ateneo, insieme a pubblicazioni che tracciano la storia
dell’università salernitana (Università degli studi di Salerno 2024, n.d.c.).
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 115
Andria, Marcello. 2008b. “Libri e letture di un intellettuale salernitano: La
biblioteca privata di Giovanni Cuomo.” In Giovanni Cuomo: Una vita per
Salerno e il Mezzogiorno, a cura di Vittoria Bonani. Angri: Gaia.
Andria, Marcello. 2017. “Biblioteca di biblioteche: Fondi privati, donazioni e
collezioni speciali nella Biblioteca centrale dell’Università.Rassegna stori-
ca salernitana 68: 9-31.
Andria, Marcello. 2020. “La lunga durata di una eredità culturale: Tratti di
storia recente dell’Università di Salerno.” In Opulenta Salernum. Una città
tra mito e storia, a cura di Giovanni Di Domenico, Angela Pontradolfo e
Maria Galante. Roma: Gangemi.
Barrera, Giulia. 2006. “Gli archivi di persone.” In Storia d’Italia nel secolo ven-
tesimo: Strumenti e fonti, a cura di Claudio Pavone. Roma: Ministero per
i beni e le attività culturali. Dip.to per i beni archivistici e librari. Direz.
gen. per gli archivi.
Bonani, Vittoria. 2007. Giovanni Cuomo e il suo tempo: 1943-1948. Angri:
Gaia.
Bonani, Vittoria. 2008a. Giovanni Cuomo: Una vita per Salerno e il Mezzo-
giorno: Atti del convegno nazionale di studi. Salerno, 12-14 dicembre 2007.
Angri: Gaia.
Bonani, Vittoria. 2008b. Giovanni Cuomo: La vita, gli affetti e l’impegno poli-
tico. Angri: Gaia.
Centro Bibliotecario di Ateneo dell’Università degli studi di Salerno. n.d. “Il
Centro: Storia.” Consultato il 20 settembre 2024. https://www.bibliote-
che.unisa.it/centro/storia.
Commissione nazionale biblioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore
dell’Associazione italiana biblioteche. 2019. “Linee guida sul trattamento
dei fondi personali.” Associazione Italiana Biblioteche. https://www.aib.
it/documenti/linee-guida-sul-trattamento-dei-fondi-personali/.
D’Addario, Arnaldo. 1972. Lezioni di archivistica. Bari: Adriatica.
D’Aniello, Ennio. 1994. Ricordo di Giovanni Cuomo (nel 50° anniversario di
“Salerno Capitale”). Salerno: Laveglia.
D’Auria, Elio. 1985. “Giovanni Cuomo.” In Dizionario biografico degli italia-
ni, vol. 31. Roma: Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
De Renzi, Salvatore. 1857. Storia documentata della Scuola medica salernitana.
Napoli: G. Nobile.
Di Domenico, Giovanni, e Fiammetta Sabba, a cura di. 2020. Il privilegio
della parola scritta: Gestione, conservazione e valorizzazione di carte e libri
di persona. Roma: Associazione Italiana Biblioteche.
116 Rosa Parlavecchia
Galdi, Amalia. 2020. “La Scuola medica salernitana nel Medioevo: Un’istitu-
zione mediterranea tra storia e leggenda.” In Opulenta Salernum. Una città
tra mito e storia, a cura di Giovanni Di Domenico, Angela Pontradolfo e
Maria Galante. Roma: Gangemi.
Galasso, Giuseppe. 1995. “Una scuola e un mito: La Scuola medica di Saler-
no.Rassegna storica salernitana 24: 7-30.
Gallo, Italo, a cura di. 1994. Salerno e la sua Scuola medica. Salerno: Arti Gra-
fiche Boccia.
Istituto per lo Sviluppo Economico dell’Italia Meridionale. 1959. Crediti ed
agevolazioni per l’industrializzazione del Mezzogiorno continentale, a cura
di Vittorio Cascetta. Napoli: Arti grafiche SAV.
Jacquart, Daniele, e Agostino Paravicini Bagliani, a cura di. 2007. La scuola
medica salernitana: Gli autori e i testi. Convegno internazionale, Università
degli Studi di Salerno, 3-5 novembre 2004. Firenze: SISMEL-Edizioni del
Galluzzo.
Kristeller, Oskar Paul. 1986. Studi sulla Scuola medica salernitana. Napoli: Isti-
tuto Italiano per gli Studi Filosofici.
Leone, Alfonso, e Gerardo Sangermano, a cura di. 2003. La “Schola Salernita-
na” e le altre: Atti della giornata di studio (Salerno 1 giugno 2002). Salerno:
Civitas Hippocratica.
Manzo, Pio. 2021. “Periodo costituzionale transitorio: Testimonianze biblio-
grafiche nella raccolta di Giovanni Cuomo.” In Scaffali come segmenti di
storia: Studi in onore di Vincenzo Trombetta, a cura di Rosa Parlavecchia e
Paola Zito. Roma: Quasar.
Menna, Alfonso. 1930. Per la elevazione di Battipaglia a comune. Salerno: Tip.
L. e A. Lauretano.
Menna, Alfonso. 1931. Intorno alle origini di Battipaglia. Salerno: Stamp. R.
Beraglia.
Menna, Alfonso. 1932. Il nuovo comune di Battipaglia. Salerno: Tip. F.lli di
Giacomo.
Menna, Alfonso. 1971. Intervento di Alfonso Menna al Consiglio Comunale del
21 dicembre 1970: (Programma e sede universitaria). Salerno: Graficart di
Giovanni Di Giacomo.
Menna, Alfonso. 1991. Il banco e la cattedra: Dalle materne all’Università. Sa-
lerno: De Luca Editore.
Menna, Alfonso. 1993. Come li ricordo: Sono uomini che hanno ben meritato
della civica riconoscenza, vol. I. Salerno: De Luca Editore.
Menna, Alfonso. 1996. Come li ricordo: Sono uomini che hanno ben meritato
della civica riconoscenza, vol. II. Salerno: De Luca Editore.
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 117
Musi, Aurelio, Massimo Oldoni, e Augusto Placanica, a cura di. 2001-2004.
Storia dell’Università di Salerno, Voll. I-II. Salerno: Arti Grafiche Boccia.
Musi, Aurelio. 2004. “Introduzione.” In Storia dell’Università di Salerno: L’età
contemporanea (1944-2004), vol. 2, a cura di Aurelio Musi. Salerno: Arti
Grafiche Boccia.
Parlavecchia, Rosa. 2020. “La Biblioteca provinciale di Salerno.” In Opulenta
Salernum: Una città tra mito e storia, a cura di Giovanni Di Domenico,
Angela Pontradolfo e Maria Galante. Roma: Gangemi.
Petrucciani, Alberto. 2005. “Placanica, Augusto.” In Dizionario bio-bibliogra-
fico dei bibliotecari italiani del XX secolo, a cura di Simonetta Buttò e Al-
berto Petrucciani. https://www.aib.it/aib/editoria/dbbi20/placanica.htm.
Presidenza della Repubblica italiana. 2021. “Menna Alfonso: Medaglia d’oro
al merito civile.” https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/526.
Sbrescia, Vincenzo Mario. 2022. “Tecnica amministrativa e visione politica al
servizio del bene pubblico: Alfonso Menna, Sindaco riformista della Città
di Salerno, lungimirante Presidente Isveimer, brillante saggista.Rivista
giuridica del mezzogiorno 36 (3): 793-97.
Università degli studi di Salerno. n.d.a. “Liberabit.” Consultato il 16 settem-
bre 2024. https://www.liberabit.unisa.it/.
Università degli studi di Salerno. n.d.b. “Fondo Cuomo.” Liberabit. Con-
sultato il 16 settembre 2024. https://www.liberabit.unisa.it/cris/fonds/
fonds09100.
Università degli studi di Salerno. n.d.c. “UNISA 80: 80 anni di storia, secoli di
futuro.” Liberabit. Consultato il 30 ottobre 2024. https://www.liberabit.
unisa.it/cris/path/path10105.
Vitolo, Giovanni. 2007. La Scuola medica salernitana come metafora della storia
del Mezzogiorno. Firenze: SISMEL Edizioni del Galluzzo.
Zaccaria, Raffaella Maria, e Salvatore Amato. 2018. “Introduzione.” In L’Ar -
chivio storico dell’Università degli studi di Salerno: Inventario, a cura di Raf-
faella Maria Zaccaria. Soveria Mannelli: Rubbettino.
ISBN 979-12-5965-456-4 ISSN 1121-0095
AIDAinformazioni Anno 42 – N. 3-4 – luglio-dicembre 2024
AIDAinformazioni
Rivista semestrale di Scienze dell’Informazione
Anno 42
N. 3-4 – luglio-dicembre 2024
Contributi
A A
Il nuovo regolamento eIDAS e alcune “quisquilie
archivistiche
F B, MT
Exploration du réseau numérique YouTube
autour de la santé des militaires: quelles sont les
thématiques des discours, les sources d’informations
et les acteurs de la communication?
E C, L F
Assisted morbidity coding: the SISCO.web
use case for identifying the main diagnosis in
Hospital Discharge Records
V F
A humanistic approach to datafication
R P
Testimonianze di un impegno culturale per
l’Università di Salerno. Le carte di Alfonso
Menna
F S, A B,
E G, S M
CompL-it: a Computational Lexicon of Italian
Rubriche
C G
Non solo libri
In copertina
Disegno di Paul Otlet, Collections Mundaneum, centre d’Archives, Mons (Belgique).