
Testimonianze di un impegno culturaleper l’Università di Salerno 105
del Ministero dell’Educazione Nazionale
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. L’istituzione fu creata inizialmente
come una Facoltà di Magistero, sebbene l’idea fosse stata proposta già nel
1942, come testimonia un documento dell’Amministrazione podestarile di
Salerno indirizzato al Ministro dell’Educazione Nazionale, Giuseppe Bottai
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.
La proposta, infatti, non fu accolta inizialmente a causa di varie complicazioni
burocratiche e finanziarie. Con il sostegno del governo e il desiderio di fornire
opportunità educative ai giovani delle regioni meridionali, l’Università di Sa-
lerno iniziò a crescere e ad espandersi nel corso degli anni.
Nei primi anni Cinquanta, grazie al supporto di una convenzione finan-
ziaria tra Comune, Provincia e Camera di Commercio vi fu un definitivo ri-
conoscimento dell’Istituto di Magistero Universitario di Salerno grazie a un
secondo atto costitutivo (D.P.R. del 9 ottobre 1951, n.1300) a cui fece seguito
uno statuto in cui, all’articolo 1 comma 3, si consentiva l’accesso alla sola po-
polazione maschile in virtù della vicinanza con il “Suor Orsola Benincasa” di
Napoli destinato alla frequentazione di sole donne
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.
Tuttavia, nel giro di pochi anni apparve evidente che la frequenza degli
studenti fosse qualitativamente e quantitativamente scarsa per cui si pensò
di porre rimedio con una modifica dello statuto affinché fossero ammesse a
frequentare anche le donne. Infatti, grazie all’intervento del costituzionalista
Vincenzo Sica, membro di un comitato tecnico di nomina ministeriale, venne
dichiarata ammissibile la proposta di modifica statutaria e pertanto, con il
D.P.R. del 22 marzo 1961, le donne furono ammesse a frequentare l’Istituto
di Magistero di Salerno.
Tra le carte di Menna conservate all’Archivio di Stato di Salerno, sono nu-
merosi i documenti che riguardano questa annosa questione che ha visto l’al-
lora sindaco esporsi in prima linea. Sono presenti, infatti, verbali di delibera-
zione commissariali e del Consiglio Comunale aventi ad oggetto l’ammissione
delle donne ai corsi di studio
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; e poi un documento, datato 5 giugno 1954, in
cui il Commissario prefettizio richiede al Ministro della Pubblica Istruzione di
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Deliberazione commissariale del 16 febbraio 1944 n. 44. Registro delle Deliberazioni del
Commissario Prefettizio, 1943, dall’1 al 59; 1944 dall’1 al 735, Sezione Storica, Archivio
Comunale, Salerno.
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Il cuore della questione risiedeva nella notevole distanza delle Regioni dell’Italia meridio-
nale dalle città che ospitavano le Facoltà di Magistero, come Napoli con la sua sezione femmi-
nile presso l’Istituto “Suor Orsola Benincasa”, Messina e Roma. Questa distanza costituiva un
ostacolo significativo per molti laureati provenienti dalla Campania, dall’Irpinia, dalla Puglia,
dalla Lucania e dalla Calabria, impedendo loro di continuare gli studi in maniera agevole,
Istituto Sup. di Magistero, Funzionamento, Istituto Sup. di Magistero, Istituzione, Categoria
IX, classe 3, fasc. 34/2, 1942-1963, Archivio Comunale, Salerno.
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Questa disposizione fu fortemente contrastata dalla politica salernitana che chiese fossero
ammesse a frequentare almeno le studentesse residenti su tutto il territorio provinciale (Musi
2004, 14; Andria 2020, 310).
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Consiglio Comunale di Salerno 1944-1968. Verbali di deliberazione commissariali, busta
2, fascicolo 1, Fondo Alfonso Menna, Archivio di Stato, Salerno.